La rete delle imprese accoglienti del progetto SAAMA. Voce ai tirocinanti e alle tirocinanti.
Il 2020 è stato un anno molto difficile per le imprese di tutto il mondo che a causa della pandemia da SARS-CoV-2 hanno subito gravi perdite: anche molte di quelle che fanno parte della nostra rete sono state duramente messe alla prova nell’ultimo anno. Ma, è importante sottolineare che, anche i ragazzi e le ragazze arrivati soli in Italia hanno vissuto uno dei peggior momenti nel loro percorso di inserimento sociale e lavorativo, vedendosi spesso sospesi tirocini, percorsi educativi, laboratori, avendo a disposizione pochissime risorse per potere superare le difficoltà.
Grazie alla rete creata dal progetto e dalle organizzazioni che fanno parte del partenariato SAAMA, siamo però riusciti a portare avanti molti progetti di inserimento lavorativo e sociale nei territori di Palermo e Agrigento: alcune imprese, quelle meno toccate dalla crisi dovuta alla pandemia, sono state la chiave per togliere da situazioni di forte disagio i e le giovani coinvolti nel progetto.
La voce dei ragazzi e delle ragazze che hanno intrapreso percorsi di inserimento socio-lavorativo grazie alla rete, rappresenta dunque una misura molto importante per comprendere quali sono le problematiche principali per l’inserimento di queste persone nelle imprese, ma anche per capire quali sono i requisiti fondamentali che definiscono un buon tirocinio e un valido percorso di orientamento all’inserimento in percorsi di formazione al lavoro.
Per questo motivo, lo scorso 15 febbraio abbiamo realizzato un focus group con 7 ragazzi e ragazze che hanno già svolto il loro percorso di orientamento e formazione all’interno di alcune imprese che fanno parte della rete delle imprese accoglienti del progetto SAAMA.
Il focus group, realizzato on line, ci ha permesso di ascoltare le esperienze di questi ragazzi e queste ragazze, la maggior parte dei quali non pensavano che avrebbero trovato un ambiente aperto alla diversità. Entrare in un’impresa locale e doversi mettere alla prova, è stato per loro uno scoglio da superare, e si sono portati a casa l’esperienza di luoghi di lavoro disponibili verso l’altro/altra e accoglienti. Quando si vive sotto la pressione dell’essere giudicato perché diverso, di altra origine, con poca esperienza del paese di residenza, non ci si aspetta, hanno detto i partecipanti al focus group, di trovare equipe di lavoro così cordiali e ben disposte all’accompagnamento dell’altro.
Alcuni di loro, all’interno dei gruppi di lavoro, hanno anche avuto modo di raccontare le loro storie, aprendosi ai colleghi di lavoro e promuovendo così una visione diversa dell’altro che viene da fuori. A questo proposito, O. ci ha raccontato che alcune sue colleghe avevano una visione molto negativa delle persone che “vengono dal mare”: grazie ad un dialogo costante con l’equipe, O. è però riuscito a mostrare alle sue colleghe, un’altra faccia delle migrazioni internazionali. L’esperienza di tirocinio, dunque, favorisce uno scambio interculturale tra chi accoglie e chi viene accolto, promuovendo un percorso di crescita all’interno dell’intera equipe di lavoro. Le imprese che accolgono prendono coscienza di cosa significhi lavorare con persone che provengono da contesti culturali diversi, mettendo in gioco anche la loro idea del fare impresa. I territori si arricchiscono di nuove visioni e le comunità crescono grazie allo scambio socio-culturale che avviene nelle cucine dei ristoranti, dietro i banconi dei bar, tra gli scaffali di un supermercato o all’interno di barche a vela in costruzione.
“Il periodo pandemico” – come ci racconta H.- “mi ha impedito di imparare di più di quello che ho fatto. Mi sono dovuta adattare anche allo smart working e a volte avevo paura di non potermi confrontare con i miei colleghi, ma ho comunque potuto mettere in pratica le materie che sto studiando, perché studio turismo. Grazie alla disponibilità del mio tutor e all’ascolto che ho ricevuto, ho potuto anche fare delle proposte per migliorarmi e così non mi sono sentita abbandonata, anche se il lavoro si svolgeva da casa”.
Dunque, un tutoraggio attento e capace di mettersi in ascolto ha permesso a queste persone, che si approcciano per la prima volta al mondo del lavoro, di sentirsi coinvolte all’interno dell’azienda, di confrontarsi sulle attività da svolgere e il corretto uso degli strumenti messi a disposizione, di sperimentarsi nelle task da portare avanti e di creare un gruppo di lavoro che non le faccia sentire sole, nonostante il periodo.
Il rapporto con i tutor e i colleghi è emerso come elemento fondamentale per la buona riuscita dei tirocini: la relazione di scambio ha infatti permesso di dissipare i dubbi e le paure di questi ragazzi e queste ragazze che vedono in questa prima esperienza lavorativa un’opportunità importante per il loro futuro.
I tirocini, dunque, come occasione per sperimentarsi, ma anche di capire quale strada percorrere nel futuro. Molti di queste persone, grazie a queste brevi esperienze lavorative, si sono resi conto di voler continuare a studiare, a formarsi e a proseguire per esempio, intraprendendo percorsi di autoimprenditorialità. L’esperienza di formazione, all’interno delle imprese accoglienti, ha promosso percorsi di empowerment sociale, educativo ed economico lasciando però aperti alcuni quesiti in merito al futuro di questi ragazzi: riusciremo ad avere un contratto un giorno?
Le preoccupazioni dei giovani migranti arrivati soli in Italia non sono, in definitiva, poi così diverse da quelle dei giovani locali. Oggi più che mai, la promozione di un modello di inserimento lavorativo giovanile, che sia sostenibile sia per le imprese che per queste giovani persone, è necessario per permettere percorsi di libera scelta, che non spingano queste persone ad abbandonare i propri sogni e le proprie aspirazioni.
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SAAMA è finanziato dal bando nazionale Never Alone 2018, “Verso l’autonomia di vita dei minori e giovani stranieri che arrivano in Italia soli”, promosso da Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione con il Sud, Enel Cuore, Fondazione CRT, Fondazione CRC, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Fondazione Peppino Vismara e J.P. Morgan, nell’ambito di Epim – European Program for Integration and Migration, e Ner Alone – Building our Future with children and youth arriving in Europe.
SAAMA si pone in continuità con il Progetto Ragazzi Harraga – Processi di inclusione sociale per minori migranti non accompagnati nella città di Palermo, finanziato dal primo bando nazionale Never Alone 2016, e mette a frutto, implementandoli e diffondendoli su altri territori, i risultati raggiunti nella città di Palermo grazie a quella esperienza.