Intervista a Francesca Leone, manager delle Freschette Bio Bistrot Palermo.
Oggi, 3 giugno, Freschette Bio Bistrot riapre le porte al pubblico. Francesca, insieme a Marina Scalesse, ha fondato questo Bistrot a vocazione biologica. Con voce decisa e risposte chiare e concise, ci parla del fare comunità e della necessità di essere presenti sul territorio, oggi più che mai. Il locale di via Grande Lattarini, in pieno centro storico di Palermo, ha continuato a lavorare a porte chiuse, scegliendo di continuare a far parte del tessuto sociale palermitano anche in questo momento di grave crisi economica e sociale.
Che significa per voi essere un’impresa accogliente, Francesca?
Per noi essere impresa accogliente significa fare parte di una rete che si prende cura in generale della comunità. Quindi, attraverso la nostra professione, facciamo e abbiamo sempre fatto parte di iniziative e percorsi di integrazione a 360° e di forte presenza nel tessuto sociale.
Come avete continuato ad essere impresa accogliente durante il periodo di lockdown?
Noi siamo rimasti attivi durante tutto il periodo di lockdown con un servizio di domicilio che seppur con numeri molto piccoli, comunque ci ha permesso di far rimanere tutti gli impiegati che erano a casa e di poter continuare a lavorare con il domicilio. Inoltre, abbiamo aderito a tutte quelle iniziative che si sono attivate sul territorio, attraverso la nostra rete, e abbiamo messo a disposizione i nostri furgoni per supportare la risposta all’emergenza alimentare, e abbiamo aiutato la Protezione Civile nella raccolta dei dati anagrafici necessari per aiutare le famiglie. Abbiamo anche aderito all’iniziativa dello “sciopero al contrario” per il 1° maggio, che ci ha permesso di mettere in piazza 1.200 pasti che sono stati distribuiti alle famiglie più colpite dalla povertà. Siamo stati presenti, ecco.
Rispetto allo sciopero al contrario del 1°maggio, cosa avete sentito sul territorio?
Abbiamo riscontrato prima di tutto una buona forza di volontà da parte di molti nostri colleghi che hanno alzato le saracinesche per partecipare allo sciopero al contrario del 1° maggio, e c’è tantissima voglia di fare nonostante le difficoltà. Abbiamo raccolto delle risposte accoglienti da chi è stato l’utente finale di questo sciopero. C’è una comunità in ascolto.
Adesso siamo nella FASE 2. Come la state affrontando?
Stiamo affrontando questa fase con uno stato d’animo di profonda incertezza e cautela. Per questo abbiamo scelto di aprire solo a pranzo al momento, perché non siamo sereni nel far ritornare tutti i nostri dipendenti al lavoro e di garantire un monte ore adeguato a uno stipendio dignitoso. Per questo ci stiamo appoggiando sulle nostre forze. Siamo in uno stato d’animo di osservazione. Stiamo cercando di capire…c’è una città sofferente, c’è un potere d’acquisto bassissimo. I danni economici, dovuti alla pessima gestione economica dal punto di vista statale sono devastanti. Il panorama economico è basso e quindi anche l’umore è basso. Speriamo di riuscire, in qualche modo, ad avere la forza, la capacità e la pazienza per arrivare ad un momento migliore.
Comunque noi restiamo impresa accogliente. Aspettiamo di poter riattivare i tirocini che erano partiti prima del lockdown, perché abbiamo dei ragazzi che stavamo formando e aspettano di poter rientrare. Continuiamo ad essere presenti nel tessuto sociale palermitano. Continuiamo comunque a lavorare e collaborare con tutte le azioni intraprese in rete, come la lettera che abbiamo inviato alla Commissione Antimafia, firmata insieme a Moltivolti ed altre realtà locali, per mettere in luce quanto sia grave la situazione a Palermo e quanto questa gravità possa lasciare spazio a un welfare di tipo criminale. Per questo stiamo facendo anche da campanello d’allarme e stiamo ragionando con la comunità su quello che c’è da fare. Siamo presenti accanto al Terzo Settore, siamo presenti accanto agli imprenditori del nostro settore, siamo presenti a livello sociale. Siamo presenti perché questo è un momento di doverosa presenza nella comunità.
Esserci perché dobbiamo esserci. Francesca non ha dubbi. I ragazzi aspettano di rientrare. I dipendenti vogliono tornare al lavoro ma devono essere messi nelle condizioni di poterlo fare in maniera dignitosa. I clienti non devono essere messi a rischio. La comunità ha il diritto e il dovere di esserci. Nonostante le difficoltà, nonostante l’umore basso, la mancanza di risorse e la necessità di ripensarsi, Freschette Bio Bistrot continua a prendersi cura del nostro DOMANI.
Supportare Freschette Bio Bistrot significa dunque, pensare al nostro DOMANI.

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SAAMA è finanziato dal bando nazionale Never Alone 2018, “Verso l’autonomia di vita dei minori e giovani stranieri che arrivano in Italia soli”, promosso da Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione con il Sud, Enel Cuore, Fondazione CRT, Fondazione CRC, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Fondazione Peppino Vismara e J.P. Morgan, nell’ambito di Epim – European Program for Integration and Migration, e Ner Alone – Building our Future with children and youth arriving in Europe.
SAAMA si pone in continuità con il Progetto Ragazzi Harraga – Processi di inclusione sociale per minori migranti non accompagnati nella città di Palermo, finanziato dal primo bando nazionale Never Alone 2016, e mette a frutto, implementandoli e diffondendoli su altri territori, i risultati raggiunti nella città di Palermo grazie a quella esperienza.