Moltivolti, un’impresa accogliente che promuove “domani”

Mag 28, 2020 | News

Moltivolti, un’impresa accogliente che promuove “domani”

Mag 28, 2020 | News

Intervista a Claudio Arestivo, Moltivolti, Palermo.

Claudio è uno dei tanti volti dello spazio polivalente di Ballarò. E’ bello ascoltare la vivacità di Ballarò e del locale che si prepara a riaprire, anche se solo attraverso il telefono. Sapere che Moltivolti ci sarà ancora ci fa sperare che alcune cose, le basi della nostra comunità, non vadano perdute. Nonostante il disagio sociale e le difficoltà vissute in questo momento di emergenza sanitaria, riusciamo ancora a parlare di imprese accoglienti e di futuro.

Perché un’impresa accogliente Claudio?

La nostra impresa si basa e fonda le proprie radici sul tema della valorizzazione della diversità come opportunità, piuttosto che solo come idea di inclusione e basta. Nel senso che noi partiamo da un gruppo di soci, di amici, che costituisce la nostra azienda, che è “super-multi-etnico”, partendo proprio dal presupposto che questa diversità interna possa costituirsi come un valore aggiunto da poter raccontare e su cui costruire il nostro progetto. Quindi la nostra impresa accogliente fonda la propria strategia sull’inclusione e la diversità.

Come avete continuato ad essere impresa accogliente durante il periodo di lockdown?

Noi abbiamo continuato a fornire i pasti allo SPRAR del Centro Astalli che è un’attività che facciamo dalla nostra apertura e che abbiamo voluto continuare a fare tutti i giorni. Inoltre, ad un certo punto, dopo circa due settimane dal lockdown, abbiamo iniziato a rilevare che c’erano molte famiglie che avevano difficoltà, soprattutto le famiglie straniere, nel richiedere il buono spesa messo a disposizione dal Comune di Palermo, attraverso una piattaforma on-line. Abbiamo dunque deciso di aprire il nostro spazio, in un momento tra l’altro particolarmente difficile, quello del pieno lockdown, e abbiamo iniziato ad aiutare le persone che ci contattavano per compilare la domanda sul portale del Comune e che era parecchio difficile da capire e utilizzare. Nell’arco di 40 giorni abbiamo compilato circa 5.000 domande per il bonus spesa. Ovviamente il punto di riferimento era il nostro spazio, qui a Ballarò, ma abbiamo lavorato in rete e grazie a tutti i volontari e le volontarie, attivisti e attiviste, delle tante associazioni partner come Arci-Porco Rosso, Mediterranea, Libera Palermo. Ognuna di queste organizzazioni ha messo a disposizione dei volontari e si è costituita una sorte di equipe d’emergenza che ha affrontato questo tema, anche mettendosi a grande rischio. Nel momento in cui la distanza era qualcosa di fondamentale, incontrare 5.000 persone attraverso uno sportello non è stato facilissimo. Ma ci è sembrato fondamentale farlo anche perché si interveniva sul tema della povertà estrema (anche alimentare) ed in questo momento le persone sono veramente in difficoltà.

Inoltre, grazie al contributo di singoli cittadini e di alcune fondazioni, con le quali siamo entrati in contatto, siamo riusciti ad erogare 150 pasti al giorno, fino ad oggi, continuando a raccogliere contributi da parte di chi vuole continuare a sostenere la comunità. Chi ancora oggi, che sia una persona singola o una fondazione, ci da la possibilità di offrire dei pasti alle persone in difficoltà e sostiene anche noi, che dobbiamo pagare le bollette e che viviamo un momento difficile.

Avete fatto rete anche per il 1° maggio

Si, ispirandoci poi, allo sciopero alla rovescia di Danilo Dolci, abbiamo voluto manifestare il nostro dissenso rispetto alla tutela dei lavoratori. Abbiamo scelto il 1° maggio come data simbolica perché ad oggi, dopo 70 giorni, i nostri lavoratori non hanno ricevuto la Cassa Integrazione, e quindi volevamo far venire fuori il tema del lavoro e soprattutto quello di alcune categorie di lavoratori che sono state poco tutelate, come chi si occupa di ristorazione. Abbiamo voluto quindi fare uno sciopero alla rovescia, preparando con altri 12 ristoranti del centro storico di Palermo, 1.500 pasti che sono stati distribuiti alle persone in difficoltà del centro storico. La cosa bella è stata che allo sciopero si è unito uno dei più grandi vivai della Sicilia, un vivaio di Ragusa, che ci ha regalato un camion di fiori, in segno di protesta verso le mancate tutele nel settore della floricultura. Quindi insieme ai pasti abbiamo anche distribuito dei fiori.

Adesso siamo nella FASE 2. Come la state affrontando?

Diciamo che Moltivolti ha lavorato in questi 6 anni non con l’idea di fidelizzare clienti ma costituire una comunità che si ritrovasse in un sistema valoriale, in una visione del mondo. Questo è quello che da un lato ci rende deboli, perché in qualità di impresa sociale reinvestiamo gli utili, e questo fa di noi un’impresa fragile dal punto di vista economico. Ma ci rende forti da un punto di vista sociale: le persone che vengono da noi non sono clienti ma comunità e sono il nostro sistema di protezione. In questo momento abbiamo tanta gente che ci chiede come possono aiutarci e sostenerci, perché non voglio esagerare, ma la nostra è quasi una morte annunciata. Nel senso che, per le nostre caratteristiche e il nostro impianto economico, non è possibile resistere alle condizioni che vengono poste oggi a livello nazionale. Abbiamo scritto una lettera aperta pochi giorni fa, dicendo che noi ad oggi abbiamo 28 dipendenti e per un’azienda normale la soluzione è licenziare metà del personale. Per noi equivale a chiudere. A fallire nel progetto. Quindi la sfida che abbiamo lanciato, sulla quale chiediamo un sostegno da parte della nostra comunità, è quella di riuscire a non licenziare nessuno fino ad aprile 2021. Questo è il nostro orizzonte, l’obiettivo al quale puntiamo. Un’azienda classica difende il capitale economico invece noi difendiamo il capitale umano. Senza quello perderemmo la nostra essenza. Voglio sottolineare che la metà del nostro personale ha un permesso di soggiorno agganciato al proprio contratto di lavoro, quindi perdere il contratto di lavoro per queste persone non è rimettersi sul mercato, piuttosto significa perdere i propri progetti di vita. Su questo noi sentiamo di avere una responsabilità importante. Ma la sfida è aperta…

Venerdì 29 Moltivolti riapre al pubblico, anche se, come ci ha raccontato Claudio Arestivo, lo staff non si è mai fermato. Moltivolti è stata infatti una delle tante realtà palermitane che invece di chiudere i battenti, ha deciso di continuare a fare comunità durante il lockdown. 

Supportare Moltivolti nella ripresa post-Covid significa, dunque, supportare tutta la comunità. Perché Moltivolti, oltre ad essere un’impresa accogliente, è uno spazio che promuove “domani”.   

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SAAMA è finanziato dal bando nazionale Never Alone 2018, “Verso l’autonomia di vita dei minori e giovani stranieri che arrivano in Italia soli”, promosso da Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione con il Sud, Enel Cuore, Fondazione CRT, Fondazione CRC, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Fondazione Peppino Vismara e J.P. Morgan, nell’ambito di Epim – European Program for Integration and Migration, e Ner Alone – Building our Future  with children and youth arriving in Europe. 

SAAMA si pone in continuità con il Progetto Ragazzi Harraga – Processi di inclusione sociale per minori migranti non accompagnati nella città di Palermo, finanziato dal primo bando nazionale Never Alone 2016, e mette a frutto, implementandoli e diffondendoli su altri territori, i risultati raggiunti nella città di Palermo grazie a quella esperienza.